Dipendenza da nicotina e suoi effetti sul fisico – prima parte

cosa è la nicotinaChe cos’è la nicotina?

La nicotina è un composto chimico prodotto naturalmente da piante appartenenti alla famiglia delle solanacee. E’ un alcaloide che si accumula nelle foglie della pianta del tabacco e, in maniera molto minore, nelle patate, melanzane e pomodori. Si trova nelle sigarette, nei sigari, tabacco da pipa, gomme al tabacco, tabacco da fiuto secco o umido, sigarette elettroniche,  nella maggior parte dei liquidi per svapare e nei dispositivi HnB di nuova generazione.

Come agisce e quali effetti ha sul fisico?

Quando viene inalato fumo o vapore di tabacco, la nicotina viene assorbita tramite il rivestimento della mucosa del naso, della bocca e dei polmoni e, attraverso il circolo ematico, raggiunge il cervello. Se  fiutato, succhiato (tramite bustine) o masticato l’assorbimento avviene tramite le membrane del cavo orale e nasale; penetrato nel corpo, raggiunge poi il cervello, tramite circolazione sanguigna. E’ inoltre possibile assorbirla attraverso la pelle.

Quando fumata, la nicotina raggiunge  il cervello in circa 7 secondi e, quando si svapa, il tempo è di 8/20 secondi, mentre raggiunge il sistema nervoso centrale in 3-5 minuti quando il tabacco viene masticato.

Le neuroscienze non hanno ancora compreso appieno in che modo la nicotina influisca sul cervello e come funzioni la dipendenza, tuttavia col tempo si ottengono sempre nuove informazioni.

C’è un “High”? Una spinta?

Alcuni fumatori asseriscono che il senso di vertigine e di stordimento che provano fumando dopo non averlo fatto per un certo tempo è simile ad un “High”, una spinta; ma se ci rifletti non è vero, no? E’ solo stordimento ottenibile girando su se stessi per una decina di secondi!

La nicotina allevia l’ansia o fa sentire depressi?

Alcuni fumatori dicono che fumare aiuti in situazioni di depressione e ansia ma se fosse vero i fumatori sarebbero meno ansiosi e depressi di chi non fuma. In realtà, gli studi provano l’esatto contrario e cioè che i fumatori sono molto più inclini a questi stati, rispetto a chi non fuma. Purtroppo non c’è dubbio che buona parte delle persone propense a stati di depressione e ansia vengano attratti dal fumo a causa dell’errata convinzione che la nicotina possa aiutarli a gestire la loro condizione, ciò fa tutto parte del lavaggio del cervello.

In che modo la nicotina influisce sulla dopamina?

L’essere umano è predisposto a cercare e svolgere attività che innalzino il livello di dopamina per assicurarsi un buono stato di salute, felicità e sopravvivenza/longevità. Alcuni esempi sono:  fare l’amore, mangiare, ascoltare musica, leggere,  abbracciare bambini/animali/partner/amici, socializzare e fare esercizio fisico. Questi sono comportamenti e attività naturali/normali/salutari che un “sistema di gratificazione” funzionante in modo normale è predisposto a rinforzare.

Anni fa, quando il fumo era al suo apice, non sapevamo come la nicotina e altre droghe influissero sul cervello. Da allora abbiamo imparato molto su un aspetto del funzionamento di quest’ultimo, aspetto che viene definito colloquialmente “sistema di ricompensa”.

Nel cervello, la dopamina funziona come un neurotrasmettitore – un agente chimico rilasciato dai neuroni (cellule nervose) per inviare segnali ad altre cellule nervose. Il sistema di ricompensa gioca un ruolo di primaria importanza nelle componenti motivazionali dei comportamenti motivati o rafforzati dalla ricompensa. Riuscite ad immaginare il soqquadro che può causare a questo processo naturale ed istintivo l’introduzione di una droga altamente tossicomanigena, che sembri alleviare il disagio causato dalla prima dose e da ciascuna di quelle successive?

Nel 2019 uno dei maggiori esperti mondiali nel campo della dipendenza da nicotina, Prof. Robert West, affermò pubblicamente “La nicotina causa un rilascio di dopamina da parte dei neuroni che fanno parte del “sistema di ricompensa” del cervello, compreso il nucleus accumbens – parte del cervello coinvolta nel processo di apprendimento dell’agire.  Il rilascio di dopamina dice al cervello di prestare attenzione alla situazione e, nel caso specifico, a quel che il fumatore sta facendo in quel momento  e fa la stessa cosa la volta successiva che si ripresenta la stessa situazione. In questo modo viene creato un collegamento tra l’impulso di fumare e la situazione nella quale normalmente si fuma”. Da sottolineare, che il Prof West ha poi aggiunto: “Rilevante è il fatto che il fumatore non ha bisogno di provare alcuna sensazione di piacere o godimento perchè questo avvenga”.

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Scritto da John Dicey e Paul Baker

Supervisione: Dr. Vishal U S Rao